Ormai è dal 2008 che si discute dell’abolizione del bollo, da quando l’ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi alla vigilia delle elezioni aveva promesso di eliminare la tassa automobilistica, si sa però com’è andata a finire..
Quali saranno quindi le sorti di questa tassa? è vero che verrà abolita? Scopriamolo insieme.
In Lombardia.
Nel 2013, alla vigilia delle elezioni regionali, tornò alla carica della Lombardia Roberto Maroni, promettendo l’abolizione della tassa se la Regione, nella partita con lo Stato, fosse riuscita a trattenere per sé più risorse. Il governatore ripropose l’ipotesi a ottobre 2017, alla vigilia del referendum sull’autonomia preannunciandone la possibile abolizione con la vittoria del sì.
Vale sei miliardi all’anno.
Nonostante l’annuncio, però l’intoccabile tassa automobilistica ha resistito a tutti gli attacchi. Anche perché non si tratta di spiccioli, visto che garantisce alle Regioni risorse per oltre sei miliardi di euro all’anno. Il problema, dunque, è che la sua abolizione aprirebbe un vuoto insostenibile nei conti delle Regioni. L’interesse al mantenimento del bollo appare decisamente superiore se è vero che persino la proposta di Quattroruote, di sostituirlo con un’extra sui carburanti in grado di garantire un ricavo simile, non fu minimamente presa in considerazione.
Libertà sulle esenzioni.
E allora, perché oggi si torna a parlare di abolizione del bollo? Nelle pieghe di una recente sentenza della Corte costituzionale si nasconde un principio: “l’ampliamento del regime di esenzione della tassa automobilistica non eccede l’autonomia impositiva regionale”, ha scritto la Consulta in una sentenza dello scorso 20 maggio. In pratica, i giudici costituzionali hanno stabilito che le Regioni, hanno un solo vincolo: non aumentare la pressione fiscale oltre i limiti fissati dal legislatore statale.
Per il resto, possono introdurre tutte le esenzioni che ritengono utili od opportune.
Cosa succederà?
Insomma, piena libertà in materia di esenzioni. Che però, attenzione, non significa automaticamente mano libera all’abolizione della tassa, istituita da una legge statale. Ammesso, naturalmente, che le amministrazioni sappiano come gestirne l’impatto economico.